«Secondo L’origine delle specie di Darwin, non è la più intelligente delle specie a sopravvivere; non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova.»
Leon C. Megginson, 1963
Questa frase, spesso erroneamente attribuita a Darwin stesso, racchiude i principi della selezione naturale. Questa capacità di adattarsi ai cambiamenti è la resilienza.
Sentiamo spesso, negli ultimi anni, parlare di “resilienza”, e per quanto veda gente erigere questa parola ad emblema della propria vita, ben pochi la attuano.
SENZA RESILIENZA SI MUORE
Una specie che non si adatta ai cambiamenti dell’ambiente che la circonda è destinata ad estinguersi.
Fine.
Senza alternative.
La resilienza è una capacità reale e che va sviluppata, non è pura teoria.
In un momento come questo, con l’emergenza mondiale che tutti stiamo vivendo, è necessario che le aziende sappiano essere “resilienti”, che sappiano adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente e dell’ecosistema economico in cui vivono, per non estinguersi e fallire.
COSA VUOL DIRE ADATTARSI, PER UN’IMPRESA?
Adattarsi, per un’azienda, spesso non è un processo facile.
Ho sentito mille volte imprenditori dire “eh no il cambiamento è un costo” ed il fatidico “noi abbiamo sempre fatto così”.
Proprio quello è il problema: l’aver sempre fatto in modo e non capire che il mondo attorno cambia. Adattarsi vuol dire prima di tutto rendersi conto dei cambiamenti, realizzare che il sistema è dinamico e non è statico, e soprattutto, che il mercato non si ferma ad aspettare voi.
Cambiare vuol dire poi decidere di innovarsi, di investire sulla tecnologia, sull’informatizzazione e digitalizzazione, vuol dire “stare al passo coi tempi” ed anzi, avere il coraggio di anticiparli. Vuol dire accettare di affrontare degli investimenti (che non sono costi) per fare un salto avanti ed evitare di estinguersi.